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Variante Fatigue: perché alcuni temono ogni nuova variante Covid e altri non ci pensano più
Con l’arrivo di ogni nuova variante del Covid-19, tornano anche le reazioni opposte: c’è chi segue ogni aggiornamento con apprensione e chi, invece, sembra aver chiuso definitivamente il capitolo pandemia. Questo fenomeno ha un nome: variante fatigue. Non è solo stanchezza, ma un riflesso emotivo profondo che ci racconta come il rapporto con il virus e le sue mutazioni sia diventato sempre più psicologico oltre che sanitario.
Pandemic Fatigue: la stanchezza collettiva che non passa
L’Organizzazione Mondiale della Sanità la chiama pandemic fatigue: si tratta di una vera e propria forma di esaurimento mentale ed emotivo causata dalla prolungata esposizione alla crisi sanitaria, ai suoi aggiornamenti continui e alle misure restrittive. Quello che viviamo oggi – soprattutto in relazione alle nuove varianti – è solo una nuova espressione di questa fatica, che si manifesta in modi molto diversi da persona a persona.
Due sono le principali reazioni che si sono consolidate nel tempo:
- Vigilanza costante: chi controlla ogni notizia, teme il contagio e tende a mantenere un atteggiamento iperprotettivo verso sé stesso e gli altri.
- Disimpegno emotivo: chi preferisce evitare del tutto l’informazione sanitaria, ha smesso di seguire gli aggiornamenti e ha bisogno di allontanarsi dai ricordi legati alla pandemia.
Le radici psicologiche di queste reazioni
Le nostre scelte su come reagire alle nuove varianti non sono casuali. Secondo numerosi studi internazionali, queste risposte dipendono da fattori psicologici ben precisi.
Chi resta sempre in allerta
In genere, si tratta di persone con una predisposizione all’ansia, che hanno vissuto momenti drammatici durante la pandemia o che sentono su di sé una forte responsabilità sociale. Spesso tendono al pensiero catastrofico, vivendo ogni allarme come un possibile scenario grave imminente.
Chi cerca il distacco
Al contrario, c’è chi ha sviluppato strategie di evitamento, come forma di difesa emotiva. Potrebbe trattarsi di persone sovraesposte a contenuti ansiogeni, che hanno raggiunto una soglia di saturazione e scelgono inconsapevolmente di proteggersi rimuovendo il problema. Un adattamento naturale allo stress prolungato.
Impatto sulla salute mentale: tra ansia e disconnessione
Entrambe le reazioni, se portate all’estremo, possono avere effetti negativi. Chi resta in stato d’allerta rischia di sviluppare ansia cronica, insonnia o stress elevato. Dall’altra parte, chi si disconnette completamente potrebbe minimizzare i rischi reali, esponendosi a comportamenti meno cauti e mettendo da parte anche le minime regole di prevenzione.
Il vero obiettivo? Trovare un equilibrio che permetta di essere informati, ma senza sovraccarico emotivo.
Come ritrovare un equilibrio emotivo e mentale
Gli psicologi suggeriscono alcune strategie pratiche per affrontare le incertezze legate alla pandemia e alle sue varianti, mantenendo il proprio benessere mentale:
- Darsi limiti nell’informazione: stabilire un momento preciso della giornata per leggere le notizie, scegliendo testate affidabili e senza sovraesposizione.
- Prestare attenzione ai segnali emotivi: riconoscere quando si è troppo ansiosi o apatici e prendersi degli spazi per rallentare.
- Ritrovare una routine rassicurante: attività fisica, alimentazione sana, contatti sociali e hobbies aiutano a contrastare l’effetto valanga delle notizie negative.
Social media: tra informazione e sovraccarico cognitivo
I social network, pur offrendo aggiornamenti in tempo reale, sono spesso fonti di sovraccarico. Il flusso incessante di post, opinioni contrastanti e breaking news può generare confusione e alimentare l’ansia. Soprattutto i più giovani, più legati a queste piattaforme, si sono ritrovati durante la pandemia in una bolla emotiva difficile da gestire.
Regolare il tempo sui social e filtrare i contenuti può fare una grande differenza nel mantenere l’equilibrio mentale, evitando il cosiddetto doomscrolling che favorisce solo stress e confusione.
Accettare l’incertezza e convivere con essa
L’idea di tornare a una normalità assoluta potrebbe non essere realistica. Secondo l’OMS, stiamo entrando in una fase lunga di “nuova normalità”, dove l’incertezza fa parte dello scenario. Per questo è fondamentale costruire abitudini mentali elastiche, capaci di adattarsi e reagire senza cadere nella paura o nell’indifferenza totale.
In questo nuovo contesto, è importante accettare che ogni reazione sia legittima. Non esistono modi giusti o sbagliati per affrontare ciò che abbiamo vissuto, né per vivere ciò che ancora attraversiamo. Che tu senta il bisogno di restare informato o quello di prendere le distanze, la chiave è restare in ascolto di sé e trovare un punto di equilibrio, dove la serenità mentale non venga più messa in secondo piano.