Stasera in tv Gerri, la serie crime che scuote l’Italia: Giulio Beranek è l’ispettore rom che ha conquistato 3 milioni di spettatori

In sintesi

  • 🎬 Gerri
  • 📺 Rai 1, ore 21:30
  • 🕵️‍♂️ Serie crime italiana ambientata in Puglia, con protagonista un ispettore di origini rom alle prese con indagini complesse, temi sociali e misteri nella provincia italiana.

Rai 1, Gerri, Giulio Beranek e trame crime all’italiana sono gli ingredienti principali della prima serata TV di lunedì 19 maggio 2025. Gli amanti del poliziesco – e i cultori dei noir di stampo mediterraneo – non possono lasciarsi sfuggire l’appuntamento in prima visione con il terzo episodio di “Gerri”, la nuova serie italiana che ha debuttato appena due settimane fa ma ha già conquistato pubblico e critica grazie alla sua atmosfera ricca di tensione, al protagonista dall’identità mai scontata e all’ambientazione tutt’altro che convenzionale: le masserie assolate e i vicoli di Trani e della Puglia più vera.

Crime italiano su Rai 1: Gerri, Giulio Beranek e la nuova serialità

Alle 21:30 su Rai 1 (HD), il palinsesto si tinge di mistero, adrenalina e nuove sfumature sociali con “Gerri” – “Angelo che sei il mio custode”. Ecco perché questa produzione è uno dei titoli imperdibili della stagione:

Il cuore pulsante del racconto è Gregorio “Gerri” Esposito, ispettore di origine rom con trentacinque anni di rughe e fardelli sulle spalle, interpretato con intensità da Giulio Beranek. Se pensate che i poliziotti TV siano tutti uguali, Gerri vi farà cambiare prospettiva: quello che colpisce non è solo la sua competenza, ma la sua empatia, la capacità di leggere tra le righe dei silenzi e delle colpe, influenzata da una storia personale segnata dall’infanzia difficile e dalla voglia di riscatto.

Nell’episodio di stasera si parte da un evento scuro e magnetico: il ritrovamento di alcune ossa, forse di un ragazzino scomparso, che riapre vecchie ferite e insinua nuovi dubbi nella piccola comunità. Ma la trama si sviluppa su più livelli – con una telefonata anonima, una pista alternativa e la scomparsa improvvisa di un bambino. Da qui si accende una corsa frenetica contro il tempo, in pieno stile serialità internazionale, ma con l’inconfondibile sapore pugliese.

  • Il cast parla giovane e femminile: Valentina Romani (nei panni della vice ispettore Lea Coen), Fabrizio Ferracane, Roberta Caronia e Massimo Wertmüller donano dinamismo e autenticità al team investigativo, diventando spalla perfetta per il protagonista e anima delle sottotrame emotive.
  • Un regista con la mano ferma: Giuseppe Bonito orchestra il tutto con un montaggio serrato e una regia senza fronzoli, fedele all’impronta noir dei romanzi di Giorgia Lepore, da cui nasce la serie.

Una serie crime che lascia il segno in Italia

Anche da spettatore esigente o da nerd della TV, non puoi ignorare quanto “Gerri” sia una delle rare serie nostrane capaci di tessere un filo tra intrattenimento puro e riflessione sociale. Qui il crime si intreccia con la denuncia: il passato rom del protagonista, il focus sui minori scomparsi, l’ombra di una provincia che custodisce segreti e alimenta pregiudizi. Siamo ben lontani dai cliché dei commissari tutto d’un pezzo; qui l’eroe inciampa, sbaglia, ma lotta. Gerri trascende la classica figura poliziesca e diventa metafora del bisogno (ancora troppo attuale) di guardare oltre le apparenze e ascoltare le storie degli ultimi.

Un bonus tutto italiano? L’ambientazione: la Puglia delle serie crime non ha nulla da invidiare alle Londra cupe di Sherlock o alle Parigi nevrotiche di Spiral. Sole spietato, dialetto tagliente, ritmo che alterna lentezza sensoriale e improvvise accelerazioni. Una chicca nerd? Ogni episodio si chiude con una traccia di musica indie che dà sapore contemporaneo alle immagini finali, ottima trovata per coinvolgere un pubblico giovane e smart.

Il successo di Gerri: ascolti, impatto culturale e evoluzione del crime italiano

L’eco di “Gerri” non si ferma allo schermo: con il debutto il 5 maggio 2025, la serie ha sbaragliato la concorrenza, incollando oltre tre milioni e mezzo di spettatori e superando altri big della fiction nazionale. Non stupisce che la Rai abbia puntato su una miniserie di qualità (solo quattro episodi), dimostrando che il poliziesco può essere uno strumento moderno per parlare di integrazione, differenze e società, senza rinunciare a suspense e guizzi emotivi.

In uno scenario televisivo spesso dominato da formati importati o reboot di grandi classici, “Gerri” si ritaglia una sua unicità: personaggi sfaccettati, indagini mai banali e la voglia di sorprendere il pubblico a ogni svolta narrativa. Al netto di qualche ingenuità di scrittura tipica delle prime stagioni, la forza e l’originalità del setting rendono ogni episodio un vero e proprio test per la sensibilità e l’attenzione dello spettatore.

  • Se ami le narrazioni che fanno pensare e scuotono, Gerri è la scelta perfetta: un crime made in Italy capace di lasciare il segno e far parlare di sé anche dopo i titoli di coda.

Questa sera preparate popcorn, spegnete lo smartphone e tuffatevi nella corsa contro il tempo di Gerri: su Rai 1 non va solo in onda una fiction, ma un esperimento riuscito di nuovo crime italiano. E chissà che il passato di Gerri non sia pronto a svelare ancora qualche colpo di scena…

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